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Giovedì 27 settembre 2012

La giornata è iniziata con una vista alla vicina fabbrica di tappeti. Qui un italo-turco con un perfetto accento lombardo ci ha mostrato le varie fasi della lavorazione ed i diversi tipi di manifattura, oltre a decine di tappeti bellissimi in lana, cotone ed in seta. C’è da dire che il tappeto è un manufatto importante nella tradizione e nella cultura turca, tanto che esso si trova praticamente ovunque. Un oggetto di arredo presente in ogni casa, che può assumere un valore elevatissimo sia affettivo che economico. Inoltre, quella della lavorazione del tappeto è tutt’oggi un’attività molto diffusa nel Paese, soprattutto nelle zone rurali.

La fabbrica dei tappeti

Le donne imparano quest’arte in età giovanile e spesso la coltivano per molti anni ancora, producendo tra le mura domestiche veri e propri capolavori, anche su commissione, destinati al proprio ambito familiare o alla vendita. E infatti, nella fabbrica visitata ci hanno spiegato che lì c’erano solo poche lavoranti (immagino solo per mostrare ai turisti le varie fasi della lavorazione), mentre centinaia di donne producevano presso il proprio domicilio e consegnavano il loro manufatto finito in fabbrica, che provvedeva alla vendita. E questo ciclo produttivo/commerciale, sostenuto e coordinato totalmente dallo stato, comprendeva tutti i soggetti in campo, la fabbrica-cooperativa, le lavoranti, la nostra guida e noi stessi, ignari turisti/visitatori, condotti in quella fabbrica perché potenziali acquirenti. Comunque, fin qui poco male, dato che, tutto sommato, la visita si è rilevata anche interessante.
 

Fabbrica di tappeti - La show room Fabbrica di tappeti - Paola e Nicola nella shop room

Usciti dalla fabbrica, siamo saliti sul pullman. Ripreso il viaggio, poco dopo abbiamo iniziato a vedere le prime formazioni calcaree tipiche del fantastico e fiabesco territorio della Cappadocia.
Quindi, abbiamo fatto una prima sosta in un sito disseminato di strane forme, a volte somiglianti ad animali, come il cammello, l’elefante, etc… altre che sembravano frutto dalla bizzarra creatività di un artista. Qui la nostra guida ci ha concesso pochi minuti di libertà per scattare delle foto, quindi abbiamo immediatamente percorso un sentiero di poche centinaia di metri che, tra ripide salite e discese, ci ha condotti al centro di alcune di queste forme fantastiche. E qui Paola è anche scivolata, procurandosi delle escoriazioni. Ma niente di grave! In effetti, bisognava fare molta attenzione, dato che il terreno era molto accidentato!

Anatolia - Cappadocia

Come ordinato dalla nostra guida, pochi minuti dopo eravamo di nuovo a bordo del pullman, come giapponesi esemplari, pronti per il successivo trasferimento. E così per tutta la giornata. Di sito in sito, abbiamo visitato paesaggi straordinari, davvero fantastici, peraltro ricchi di storia. Abbiamo visitato Goreme, un luogo mistico disseminato di chiese e monasteri rupestri, dove si sarebbero insediate le prime comunità cristiane. Qui si sarebbe fermato anche San Pietro durante il suo cammino verso Roma. Abbiamo visto intere colline bucherellate, un tempo abitate. La guida le chiamava “antichi condomini”. Impressionante! Qualcosa di simile, in Italia, sono i “Sassi di Matera”. Ma qui niente era stato edificato all’esterno della roccia. Tutti gli spazi erano stati ricavati scavando quel tufo, quella formazione calcarea molto friabile. Abitazioni, stalle, locali, chiese. In alcune di queste ultime erano presenti anche alcune iconografie, rare per la verità, in quanto vietate e quindi eliminate durante il periodo iconocasta. Bellissime le iconografie ed il cromatismo degli affreschi e dei mosaici presenti in una chiesetta antistante il parcheggio degli autobus a Goreme, appena fuori dall’area archeologica.

Il pranzo lo abbiamo consumato in zona, presso un ristorante attrezzato per ospitare grandi gruppi turistici.
Qui, in particolare, abbiamo mangiato il güvec, un ottimo spezzatino di vitello, melanzane, pomodori, aglio, pepe verde e altre spezie, cotto lentamente per almeno due ore in una pentola in terracotta (chiamata güvec, appunto) sigillata con crosta di pane. Quando ci hanno servito questa pietanza è partita tutta la sceneggiata; il cameriere ha portato la pentola in tavola ed ha chiesto la collaborazione di alcuni di noi per rompere, con l’aiuto di un coltello, il tappo che lo chiudeva ermeticamente (la pasta di pane, ormai abbrustolita). Comunque, davvero buono!

Il güvec

Nel pomeriggio abbiamo visitato altri siti, differenti dai precedenti, come i cosiddetti “camini delle fate”, ovvero delle formazioni calcaree di colore chiaro (tufo) molto simili a camini, appunto, sovrastati da uno strato di roccia più scura, di colore grigio (granito), a modi cappello. Incredibile, meraviglioso, uno dei luoghi più surreali al mondo!

Fino ad ora, questa era stata una giornata davvero faticosa, ma non potevamo ancora rilassarci. Tornati in albergo, abbiamo avuto giusto il tempo di fare una doccia veloce e di consumare la cena.
Dopodiché, siamo subito ripartiti per raggiungere un locale, dove avremmo assistito a delle danze locali. Questa, come specificato dalla nostra guida, era una delle pochissime cose/escursioni non incluse nel pacchetto “Gran Tour della Turchia”, che però abbiamo acquistato volentieri (costo €. 35,00 a persona).
Il locale, non molto lontano dal nostro albergo, era stato ricavato anch’esso nella roccia, così come tante vecchie abitazioni nell’area.
C’era uno spazio centrale, la pista in cui si sarebbero esibiti i ballerini, e di qui, a raggiera, partivano 6 gallerie, cinque delle quali, leggermente in pendenza verso il centro, ospitavano i tavoli per i turisti. La sesta galleria costituiva l’ingresso ed ospitava anche i locali di servizio.
Eravamo tutti turisti, gruppi, lo si deduceva anche dai pullman parcheggiati nell’adiacente parcheggio.
Servivano birra no-spot, a fiumi, mentre frutta secca e fresca, varie bevande ed il Raki, tipico liquore turco a base di anice, erano già presenti sui tavoli.
La serata è iniziata con balli e musiche tipiche originarie delle varie regioni turche. Particolarmente bella è stata la danza dei Dervisci rotanti e la danza del ventre. La guida ci ha spiegato che si trattava di ballerini dilettanti, ma davvero bravi comunque! Unica eccezione, la ragazza che si è esibita nella danza del ventre. Bravissima! Unica professionista esibitasi durante la serata. Mai visto un sincronismo così perfetto; pareva essere comandata dalla musica, dalle percussioni.

La serata si è conclusa con il coinvolgimento degli ospiti, invitati a partecipare dapprima alle loro danze, e poi a balli moderni e più internazionali.
Una bella serata, da non perdere, anche se abbiamo considerato il prezzo pagato un pò eccessivo, se rapportato all’offerta. Ma che importa!
Siamo andati a letto che era quasi l’una. Il mattino successivo era prevista l’escursione in mongolfiera, per chi l’aveva acquistata. Davvero senza tregua! Per loro la sveglia era prevista alle 4,45. Prima dell’alba dovevano essere già pronti, in loco, in quanto le mongolfiere, per sollevarsi, devono sfruttare l’escursione termica che si crea proprio alle prime luci del giorno. Al solo pensiero che essi dovessero svegliarsi così presto, stavo male per loro. Noi non abbiamo acquistato questa escursione, in quanto abbiamo ritenuto il suo costo davvero eccessivo (ben 150 €. a persona). A tutto c’è un limite. Ma abbiamo constatato che molti non si sono posti lo stesso problema.

 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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