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L'Anatolya: la Cappadocia e le città sotterranee
Istanbul: da Bisanzio a Costantinopoli, dall'Impero  Romano d'Oriente all'Impero Ottomano

Partecipanti: Paola e Nicola (una coppia di quarantottenni)
Periodo: dal 24 settembre al 1° ottobre 2012
Mezzi di trasporto: automobile, aereo, pullman
Città di partenza: Prato
Km. percorsi: 650 (Prato - Bergamo) - 2000 circa in Turchia
Costo complessivo del viaggio: 1700 €. circa, tutto compreso.

 

Cappadocia - I camini delle fate

 
Solitamente preferiamo organizzare personalmente i nostri viaggi, definendo a priori gli elementi più significativi, quali la selezione e la prenotazione degli alberghi ed annotando i  luoghi di maggiore interesse assolutamente da non perdere. Questa volta, però, tenuto conto della peculiarità del Paese da visitare, delle grandi distanze da percorrere (circa 2.000 km.) su strade di cui non avevamo alcuna cognizione dello stato in cui fossero e delle prevedibili difficoltà di comunicazione con la popolazione indigena, abbiamo deciso di affidarci ad un tour operator, valutato anche che, a conti fatti, ogni altra possibile alternativa avrebbe richiesto un costo complessivo notevolmente più alto.

Pertanto, ci siamo rivolti ad un’agenzia, che ci ha proposto un pacchetto offerto da Turchese, specializzato proprio nei tour in Turchia. Un “Super Tour” di 8 gg., da effettuare nel periodo dal 24 set. al 1° ott. 2012, ad un costo di 600 €. a persona.
Il pacchetto includeva:
- il viaggio in aereo di andata da Bergamo Orio al Serio ad Izmir;
- il ritorno da Istanbul a Bergamo;
- i pernottamenti in alberghi di categoria 3 stelle o superiore, compresa la colazione;
- i pranzi e le cene (bevande escluse);
- gli ingressi ai vari siti archeologici e musei;
- i trasferimenti in pullman (Izmir – Efeso – Afrodisia – Pammukale – Cappadocia – Ankara – Istanbul);
- la guida.
Di extra, ma obbligatorio, c’era solo un forfait di 25 €. per le mance per l’intero tour.
Nessun’altra spesa occulta!
Potevamo ottenere tanto e spendere meno organizzando il tutto da soli? Certamente no!
Quindi, senza alcuna esitazione, abbiamo optato per questa soluzione, peraltro più semplice, in quanto tutto era stato già pianificato e sperimentato da altri.

La partenza da Bergamo era prevista alle ore 10,00 di lunedì 24 settembre. Per essere in aeroporto in tempo utile per il ritiro dei biglietti ed il chek-in (almeno 2 ore prima della partenza) avremmo dovuto fare una levataccia, visto che in macchina, in condizioni ottimali, da Prato a Bergamo occorrono almeno 3 ore di viaggio. Quindi, abbiamo deciso di partire il giorno precedente e cogliere l’occasione per visitare anche Bergamo Alta, un luogo che da tanto desideravamo vedere (clicca qui per ulteriori informazioni su questa località).

Per il pernottamento a Bergamo abbiamo selezionato (su booking) l’Hotel Albi (**), rilevatosi un discreto albergo con un ottimo rapporto qualità/prezzo (45 €. la doppia), ubicato a pochissimi km. dall’aeroporto di Orio al Serio, in località Stezzano, un paesino alle porte del capoluogo.

Lunedì 24 settembre 2012 

Lunedì mattina, alle 07,30 circa, eravamo già diretti all’aeroporto, che abbiamo raggiunto in pochissimi minuti. Parcheggiata l’automobile (parcheggio dell’aeroporto convenzionato con Turchese – 36,00 per 8 gg.), abbiamo subito cercato il banco del nostro tour operator per il ritiro dei biglietti. C’era già qualcuno in coda. Subito dopo abbiamo fatto anche il chek-in. L’aereo è partito puntuale; alle 10,00 eravamo in pista, pronti al decollo…. E vaiii!
Appena oltre le nuvole, ho rimesso l’orologio in avanti di un’ora, per abituarmi il prima possibile al cambio del fuso.

L’aereo ha fatto scalo ad Istanbul, dove c’è stato lo sbarco di circa metà dei passeggeri. Turchese, infatti, organizza questo tour in entrambi le direzioni, sempre sul medesimo itinerario. Un tour parte da Istanbul e, proseguendo per Ankara e la Cappadocia, termina ad Izmir. L’altro, il nostro, si svolge sullo stesso itinerario, ma al contrario, ovvero iniziando da Izmir e terminando ad Istanbul. Noi avremmo preferito iniziare il tour da Istanbul, considerando che forse avremmo avuto alcune ore in più a disposizione per visitare la città, ma in agenzia ci hanno spiegato che non c’era più disponibilità in tal senso. Peraltro, la guida ci ha spiegato che se fossimo partiti da Istanbul, gli orari sarebbero stati meno favorevoli e, per i lunghi trasferimenti, saremmo stati costretti a sveglie disumane.

E durante lo scalo ad Istanbul, un episodio divertente ha scatenato l’ilarità dei passeggeri. Tra le persone scese dall’aereo ne mancavano due. Tutti quelli rimasti a bordo asserivano di avere Izmir quale destinazione finale, ma all’equipaggio risultava che altre due persone sarebbero dovute sbarcare ad qui.
Dopo essere stati più volte inviatati a ricontrollare i nostri biglietti, il personale di bordo ha dovuto verificare personalmente i documenti di viaggio, finché non ha individuato due donne che, evidentemente, erano così distratte da non rendersi conto di dove fossero e di dove andassero.
Chissà se persone così svagate siano riuscite a tornare a casa alla fine del tour!
Quindi, tra l’ilarità ed i commenti sarcastici di quanti non vedevamo l’ora di ripartire, le due donne hanno finalmente lasciato l’aereo.

Nonostante il contrattempo, siamo arrivati ad Izmir in anticipo rispetto all’ora prestabilita. Dopo lo sbarco, abbiamo ritirato i bagagli. Al posto di polizia ci hanno consegnato una cartolina col visto di ingresso, da restituire al momento di lasciare il paese (il visto è solitamente apposto sul passaporto, ma noi avevamo solo la carta di identità, documento che in Turchia è sufficiente nel caso si viaggi turistici in gruppo).
Fuori dall’aeroporto, un ragazzo ci attendeva con un cartello su cui era scritto “Turchese”. Verificati i nostri nominativi, ci ha subito indirizzati verso un pullman, presso il quale ci attendeva la nostra guida ed anche l’autista, pronto ad occuparsi delle nostre valigie.

La guida era un signore sui cinquanta, di madre italiana e padre turco, che per molti anni aveva  vissuto in Italia, a Milano. Tutt’ora, egli viveva un po’ in Italia, un po’ in Turchia. Per questo, conoscendo bene l’italiano (anche se non perfettamente) ed il turco, e, chiaramente, conoscendo bene il suo paese, si è rilevata una guida molto utile ed in grado di fornirci tantissime informazioni su ciò che vedevamo o di soddisfare ogni nostra curiosità sugli usi e costumi, religione, economia e politica, facendo spesso ricorso a cenni e riferimenti storici.
Durante il trasferimento in albergo, ci ha subito fornito le prime indicazioni su cosa avremmo fatto in serata ed i giorni successivi, raccomandandosi più volte per la puntualità ed invitando tutti a sincronizzare il proprio orologio col suo. Inoltre, ci ha fornito il suo numero di telefonino, nel caso avessimo avuto problemi/necessità.

Alle 17,00 circa siamo arrivati all’Onyria Claros Beach e spa Resort (*****), un enorme struttura alberghiera affacciata sul mare in località Ozdere, nei pressi di Izmir. Peccato che, essendo distanti dalla città, non abbiamo potuto visitarla (piccola delusione, anche se poi ci hanno riferito che ad Izmir non vi sono cose particolarmente interessanti da vedere).


Tuttavia, la struttura in cui eravamo non deludeva affatto, anzi! Non si trattava di un vero albergo, ma di un villaggio che occupava l’intera ampia baia. Noi eravamo nella grande struttura centrale, imponente, con almeno 500 stanze, ma di lato vi erano anche piccole palazzine, alloggi, tutti arrampicati sulla collina ed affacciati sul mare. Sotto, la spiaggia attrezzata, piscine, acquapark per bambini, teatro, discoteca ed area shopping. All’interno del complesso vi erano anche 3 ristoranti, di cui uno self-service, vari bar ed un piano bar sulla terrazza panoramica.
La nostra camera era al terzo piano rispetto alla hall, ma dalla parte di dietro, lato mare, eravamo praticamente al quinto piano. La camera era molto spaziosa. Vi era anche un salottino con tanto di divano angolare e luci soffuse. E dal terrazzo si godeva un panorama mozzafiato. Che tramonto! E che meraviglia l’alba! Approfittando della temperatura piuttosto alta (circa 30 gradi), abbiamo messo il costume e siamo andati subito in spiaggia. Una passeggiata sul bagnasciuga e poi relax sui lettini.
Per noi, la cena era prevista a buffet, in un locale immenso, dove gente proveniente da ogni angolo del mondo sedeva a tavolini da 2/4/8 posti.
Seguendo le raccomandazioni della nostra guida e quelle lette qua e la, abbiamo evitato il più possibile pietanze con salse, creme o verdure crude, ed anche le bevande non confezionate. E grazie a queste piccole attenzioni non abbiamo avuto alcun disturbo durante l’intero periodo di permanenza in Turchia. Premesso che siamo due persone a cui piace sperimentare nuovi sapori ed aperti a nuove esperienze gastronomiche, durante il tour abbiamo assaggiato tante cose, ma poche hanno veramente soddisfatto il nostro palato o meritato particolare apprezzamento, ma i dolci… quelli davvero buonissimi! E di questo, infatti, eravamo già informati! Peraltro, c’è da dire che nella gastronomia turca vengono utilizzate molte spezie e dopo un po’, sembra che pietanze anche diverse tra loro abbiano i medesimi sapori. A colazione abbiamo osato provare il caffè ed anche il cappuccino, ma niente da fare! Non somigliavano neanche lontanamente ai nostri… Quindi abbiamo sempre ripiegato su te, yogurt e miele (ottimo abbinamento), marmellate varie o cioccolato. Comunque, giusto per rendere l’idea di come abbiamo mangiato in Turchia, nonostante il gran girare e le tante calorie spese, tornati a casa pesavamo circa un chilo in più rispetto alla partenza. Quindi, ora ci rimettiamo a dieta!


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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