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Martedì 25 settembre 2012

Il giorno successivo, come quasi per tutta la settimana, la sveglia ci è stata data alle 06,30.

Il telefono era sia in camera sia in bagno. Quando questo ha squillato, abbiamo risposto contemporaneamente ad entrambi (io ero già in bagno, Paola ancora a letto), sentendo non altro che le nostre stesse voci. Che ridere!
La colazione era fissata per le 07,00, con valigie già riposte fuori dalla camera.

Efeso - La biblioteca

Ed alle 07,30, come programmato, siamo partiti in direzione delle prime mete del tour: Efeso ed Afrodisia, due tra i maggiori siti archeologici, un tempo importanti città dell’antica Grecia nell’Egeo. Magnifica la facciata della biblioteca di Efeso, la via principale della città ed il grande teatro. Stupendo il Tempio di Afrodite ( I sec. a.c.), così come il suo immenso stadio; grazioso anche il piccolo teatro.
 

Efeso - Il Teatro

Afrodisia - Il Tempio di Afrodite

Afrodisia - Lo stadio

 
Intanto, durante i trasferimenti in pullman, la guida ci erudiva con cenni storici, parlandoci della civiltà ellenica e del ruolo delle città greche nell’Egeo, nonché delle successive lotte con i persiani. Poi continuava parlandoci dell’avvento dell’impero romano, proseguendo con il medio evo, citando le crociate e la grandezza dell’impero ottomano, durato fino al secolo scorso. E finalmente, nel 1923, la proclamazione della Repubblica Turca. Uno stato laico, nel quale la maggioranza dei cittadini è di religione musulmana. Per finire, alcuni cenni sulla politica e sull’economia del Paese. Un monologo molto utile per conoscere meglio questa parte del mondo.

A pranzo ci siamo fermati presso un’azienda agricola, dove abbiamo mangiato alcune cosine tipiche, ma nulla che abbia davvero entusiasmato i nostri palati.

Proseguendo, nel pomeriggio abbiamo raggiunto Pamukkale, che significa “castello di cotone”, una delle mete più straordinarie del tour. Il nome Pamukkale è attribuito al luogo perché nel territorio è molto diffusa la coltivazione del cotone. Inoltre, la sommità del monte da cui sorgono e scorrono acque termali ha assunto nel tempo una colorazione bianca, per via di spessi strati di calcare e travertino che si sono depositati sul pendio, rendendo l’intera area simile, appunto, ad un castello di cotone ovvero ad una cascata di ghiaccio.

Giunti nel sito, abbiamo dapprima visitato i resti di un’altra importante acropoli, Hierapolis e la sua annessa necropoli. All’interno di quest’area archeologica vi è anche un centro termale, nel quale è possibile accedere gratuitamente per visitarlo. Per accedere ai servizi ed alla piscina termale, invece, è previsto il pagamento di un ticket pari a 15 €.. La piscina termale è molto particolare, direi unica per il suo genere. Circondata dal verde e dalla forma irregolare, nelle sue acque giacciono grandi ed antiche colonne che sarebbero crollate a seguito di un terremoto. Quest’area, infatti, in tempo remoti è stata interessata da grandi movimenti tellurici che, se da una parte hanno provocato ingenti danni e distruzione, dall’altra hanno dato luogo alla formazione di nuove fonti termali. Avremmo volentieri trascorso un paio d’ore in quelle acque termali, ma non vi era tempo a sufficienza. Poi non avevamo il costume!

Un’oretta prima del tramonto ci siamo spostati nella parte in cui le acque termali scorrono giù verso valle, lungo un pendio dove nel tempo hanno creato una lunga serie di terrazzamenti e piscine.

Un luogo davvero straordinario, tutto bianco, surreale; sembrava di essere sulla neve. Qui, con i piedi nell’acqua tiepida, passando di piscina in piscina, di terrazza in terrazza, fotografando ogni angolo, abbiamo atteso un incantevole ed impedibile tramonto! Infatti, la guida, consapevole di ciò, ci aveva consigliato di non perdere assolutamente questo spettacolo della natura.

Risaliti sul pullman, quando ormai s’era fatto buio abbiamo raggiunto il C & H Pamukkale (****), un albergo con la facciata anteriore tutta merlata, a modi castello, provvisto di area termale, spa, bar, piscina e quant’altro; molto bello ed attrezzato. Ma qui, esausti ed appagati dall’intensa giornata, non abbiamo desiderato altro che cenare e rifugiarci in camera per riposare.

 


 

 

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