Rubilandia.it - Alla scoperta di nuove terre

Privacy policy   |   Cookie policy   |   Registrati   |   Login

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contatta gli autori via e-mail

     

Martedì 17 giugno 2014
Toronto

 

 

Confuso dal fuso, il nostro orologio biologico ci sveglia verso le 05:00 del mattino. A fatica, restiamo a letto ancora un po’, ma alle 07:30 siamo già pronti, giù nel pub, per la colazione. C’è un signore, probabilmente uno dei titolari, ed una giovane cameriera. Seduto ad un tavolo, a pochi metri da noi, un solo cliente piuttosto anziano. Ci accomodiamo, scrutando la situazione.
In cucina si intravede qualcun altro.

Skyline di Toronto

La cameriera si avvicina per l’ordinazione. A fatica riusciamo a farci intendere, mentre ancora più difficile ci risulta comprendere la cameriera, che nonostante la nostra esortazione, parla troppo velocemente.

Anche il titolare fa di tutto per instaurare un rapporto con noi. Vuole assicurarsi che tutto sia ok, anche riguardo alla camera. Chiede anche l’aiuto di un ospite dell’albergo, un giovane newyorkese di origine sudamericana, che intanto è sopraggiunto nel locale. Quest’ultimo, oltre a conoscere lo spagnolo, ci racconta di aver trascorso un certo periodo in Italia. Cogliamo l’occasione per chiedergli alcuni consigli pratici su cosa mangiare a colazione ed anche informazioni sulla città, ma su quest’ultimo argomento egli sa dirci poco. Anche lui è arrivato a Toronto da poco. Il titolare, intanto, ci procura un’utile mappa della città. Sono tutti gentilissimi e disponibili con noi. Finiamo la nostra colazione, consistente in fette di pane tostato, tipo pan carrè, con burro di arachidi e marmellate, ed un caffè americano; Paola ha invece optato per un bicchiere di latte con poco caffè.

Bye, bye e… poco dopo le 08:00, siamo già sulla Queen Street West, la strada principale su cui si affaccia l’albergo. Osserviamo la via, già animata a quell’ora, il via vai della gente, i palazzi, alcuni dei quali altissimi, soprattutto nella parte più bassa della città (la downtown), quella che si affaccia sull’Ontario. Ci incamminiamo verso la Osgoode Station, la fermata della subway, che poi superiamo. Quindi, decidiamo di entrare nel “The Path”, una sorta di “percorso” sotterraneo, una rete di gallerie che si snoda sotto la città, ma che non sempre trova corrispondenza con la rete stradale sovrastante. Le gallerie, a volte, passano anche sotto grandi edifici istituzionali, uffici, banche, centri commerciali, ai quali è possibile accedervi sia dal livello stradale sia dal “Path”. Una rete lunga circa 27 km., costruita a partire dagli anni 60, piena di esercizi commerciali, locali pubblici, bar e ristoranti, che collega parcheggi, fermate di autobus e stazioni della subway. Soprattutto in  inverno, quando all’esterno la temperatura può raggiungere anche i -25, abbiamo letto che qui sotto è possibile stare anche con abiti primaverili. Straordinario!

 



Old City Hall

Torniamo in superficie in prossimità dell’Old City Hall, un vecchio (per così dire) edificio risalente alla fine del XIX sec., ex municipio della Città di Toronto, ora adibito a Tribunale. Accanto, un moderno grattacielo incastonato in un mega centro commerciale, classificato come uno dei più grandi al mondo: l’Eaton Centre. Questo centro commerciale occupa un intero isolato che, dalla Queen Street arriva fino a Dundas Square, cuore pulsante della città. Ma come se non bastasse, una galleria aerea trasparente sulla Queen Street collega il mega complesso ad un altro grande edificio, anch’esso occupato da grandi negozi dislocati su due livelli.

L’Eaton Centre è davvero enorme. Quattro livelli di gallerie in cui trovano posto centinaia di attività commerciali. Ascensori portano a parcheggi ubicati in ogni direzione, nei piani sotterranei così come sui terrazzi esterni. Fantastico! Ma è straordinario osservare come esso non crei alcun problema al centro cittadino. A qualsiasi ora del giorno, il traffico attorno risulta regolare, senza ingorghi, anche quando all’interno del complesso è presente  molta gente. 

 

Proseguiamo sulla Yonge Street, costeggiando l’Eaton Centre, fino a raggiungere Dundas Square. Questa è la via dello shopping, ma anche dell’intrattenimento. Qui si susseguono negozi, ristoranti, pub, ma anche teatri. Su Dundas Square c’è anche il mitico Hard Rock Cafè. La piazza è un tripudio di gente, ma è anche piuttosto caotica per via del traffico intenso. Le facciate dei palazzi sono colmi di pannelli pubblicitari, luminosissimi anche di giorno. Ci soffermiamo un po’, perché nel suo complesso la piazza è un vero spettacolo!



Dundas Square

Nei pressi di Dundas Square c’è il Terminal dei Bus, più precisamente in prossimità dell’incrocio tra Dundas Street e Bay Street, quindi ne approfittiamo per consultare gli orari di partenza dei bus per Niagara Falls. Constatiamo che da qui partirebbe un bus della Greyhound ogni mezzora, a partire dalle ore 09:00, che in circa un’ora e trenta, al costo di 18,00 $ a testa, ci porterebbe a Niagara Falls. Quindi, senza alcuna esitazione, optiamo per questa soluzione! In alternativa, vi sarebbe il treno, che però non è diretto. A metà strada circa, infatti, a Burlington, si deve comunque cambiare mezzo e prendere un autobus. Il biglietto è unico, ma il suo costo è superiore, così come maggiore è il tempo complessivo necessario per raggiungere Niagara Falls (circa 2 h. e 30’). Quella del bus, dunque, ci sembra di gran lunga la migliore soluzione.



Queen’s Park
Legislative Assembly of Toronto

 

Lasciato il Terminal Bus, ci incamminiamo sulla Dundas Street fino a raggiungere la University Street, quindi proseguiamo a destra finché non arriviamo al Queen’s Park, ubicato nel cuore del quartiere universitario della città. Al centro del parco notiamo un bel palazzo ottocentesco, in cui oggi ha sede la Legislative Assembly of Toronto. Continuando, raggiungiamo l’estremità del parco; qui ha sede il Royal Ontario Museum e, di fronte, il Gardiner Museum, il museo delle Ceramiche e delle Porcellane. Proseguiamo dritto, su quella che ora si chiama Avenue Road, verso Casa  Loma,  quindi  facciamo un  break in un bar

che promette espressi e cappuccini all’italiana; ci lasciamo tentare anche da dei bei muffin. Gli espressi ci deludono, ma i muffin no.

Ripartiamo e, dopo poco, siamo a Casa Loma, unico vero grande castello del Nord America, fatto edificare nel 1911 da Sir Enry Pellatt, un ricco e visionario imprenditore.

 

Casa Loma

 

L’ingresso al Castello costa 24,00 $ a testa, ma qui decidiamo di acquistare due CityPass al costo di 63 $ ciascuno, che includono l’accesso a 5 attrazioni in città (Casa Loma, CN Tower, Royal Ontario Museum, Toronto Zoo e Ontario Science Centre), sicuramente più conveniente se si pensa di visitare almeno tre delle attrazioni comprese. Casa Loma rappresenta la maggiore attrazione turistica di Toronto. Il complesso è costituito da  ampie e bellissime sale al piano terra ed eleganti appartamenti al primo piano. Restiamo incuriositi da un particolare presente in quasi tutte le stanze: il telefono!

L’audioguida ci dice che nel palazzo ne erano stati collocati almeno 50, in un periodo in cui in tutta la città non se ne contavano più di 200. Al secondo piano, invece, vi sono i locali della servitù, molto più sobri, con arredi semplici, mentre nel sottosuolo vi sono le scuderie.
Attraverso grandi portali, ubicati sul lato Nord-Ovest dell’edificio, accediamo ad un ampio, bellissimo e luminosissimo giardino d’inverno, circondato da grandi vetrate; una grande cupola in vetro policroma lascia filtrare la luce anche dall’alto.

Casa Loma - Toronto

A Nord-Est, invece, sbuchiamo nei giardini all’aperto, dove al centro vi è una grande fontana. Dato che Casa Loma si trova su un’altura, dai giardini apprezziamo un bellissimo panorama della città di Toronto, che sembra estendersi ai suoi piedi. Ma la vista panorama è ancora più straordinaria dalle sue torri esclusive, su cui saliamo poco dopo. Peccato, però, che c’è molta foschia! Della CN Tower riusciamo a vedere solo la parte inferiore, mentre l’altra metà della torre è celata da un cielo grigio, avvolta in una coltre d’umidità. All’ultimo piano del complesso ci soffermiamo davanti ad alcune foto e documenti che celebrano la cultura italiana in città. Ci sono foto di famiglie giunte qui nei prime decenni del secolo scorso, storie di persone che hanno raggiunto il successo, che si sono distinte e si son fatte una posizione. Molto interessante e suggestivo.

Lasciamo Casa Loma e ci incamminiamo verso il centro, in direzione della China Town e poi della Little Italy, perché scopriamo che anche qui ce n’è una! Attraversiamo un quartiere residenziale, con case basse, molto carine, con relativo giardino antistante. E’ una zona elegante, si nota. 

Poi ci avviciniamo alla China Town e gli edifici cambiano aspetto; ora appaiono più semplici, alcuni anche un po’ fatiscenti. Sulla Spadina Ave si susseguono molti negozi, ma noi ci addentriamo nelle vie più interne, fino a raggiungere l’Augusta Ave, un mercato alimentare popolare dove notiamo anche la presenza di tanti ristorantini e fast food; propongono specialità esotiche, asiatiche, sud americane.
 

Vorremmo mangiare qualcosa, ma quella roba proprio non ci ispira! Spadina Ave è un tripudio di colori, molto caratteristica, ma siamo stanchissimi. Proseguiamo, decisi a vedere la Little Italy, prima di rientrare in albergo, e finalmente vediamo alcuni cartelli che indicano che siamo in zona. Ci guardiamo attorno, ma vediamo ben poco che ricordi il nostro Paese. Siamo un po’ distanti dal centro. Nei bar/pub tutti guardano la tv. C’è il campionato del mondo di calcio; c’è Brasile-Messico.

 

La gente mangia, beve e fa il tifo. Constatiamo che qui di Italia c’è rimasto poco. Quindi, decidiamo di raggiungere la più vicina fermata della subway e di rientrare in albergo. 

Una volta tornati nella Queen Street, nei pressi del Rex Hotel Jazz, piuttosto affamati, ripieghiamo su una più rassicurante pizza al taglio, poi rientriamo per riposarci un po’.

Poco dopo le 18:00 siamo di nuovo fuori. Il tempo è minaccioso; sembra imminente un temporale. Decidiamo di rifugiarci nel vicino centro commerciale, l’Eaton Centre, che raggiungiamo in pochi minuti. E’ incredibile! E’ grandissimo. E pensare che è ubicato nel cuore della città. Mentre passeggiamo guardando le vetrine, sulla grande galleria trasparente si abbatte un nubifragio, mentre il cielo si fa plumbeo, poi scuro; sembra farsi notte! Nell’attesa che smetta, ci gustiamo una bibita al limone fresca seduti al tavolino di un bar.

La cena la consumiamo in un ristorante sulla Yonge Street, al City Kichen, senza lode né infamia, per palati abituati alla cucina mediterranea. Ma il cibo, e di ciò ne eravamo ben coscienti, certamente non sarebbe stato il punto forte di questo viaggio. Chiediamo di pagare il conto, che è piuttosto contenuto, ma con la carta di credito non comprendiamo come fare per lasciare la mancia.

In Canada, come negli USA, la mancia al ristorante è praticamente obbligatoria. Essa, solitamente, può variare dal 10 al 20%, a discrezione del cliente.



Eaton Centre

Passiamo la credit card nella macchinetta, su cui ci invitano a digitare qualcosa; non capiamo cosa. Diamo l’OK e l’operazione viene conclusa. Notiamo un po’ di perplessità sullo sguardo della cameriera, ma a quel punto salutiamo ed andiamo. In seguito, ci renderemo conto che su quelle macchinette è possibile  aggiungere la cifra che si intende lasciare di mancia, prima di concludere l’operazione. Nei giorni successivi, infatti, in altri ristoranti, su diverse macchinette, è stato possibile scegliere anche la percentuale di mancia gradita. Ma come potevamo saperlo? Ci dispiace!

Prima di rientrare definitivamente in albergo, torniamo in Dundas Square, che di sera ci appare ancora più spettacolare. Tutti quei pannelli luminosi e pubblicitari dai colori cangianti danno un carattere festoso e vivace alla piazza. C’è musica in sottofondo che proviene dal palco ubicato su un lato della piazza, dove sembra che da lì a poco debba esserci uno spettacolo. Ma sono già le 22:00, dunque decidiamo di andarcene a letto, visto che sentiamo ancora il fuso orario influire sul nostro orologio biologico. Al Rex, intanto, come ogni sera, note di musica jazz accompagnano boccali di buona birra.


 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


Copyright © 2013 - 2014 by Rubilandia.it - All Rights Reserved
Created and updated by Nicola Di Modugno @ dien@libero.it
Prato - Italy