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			S p e c i a l e   P u g l i a |  
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			| LA SETTIMANA 
			SANTA A RUVO DI PUGLIAI riti penitenziari e le antiche tradizioni 
			profane
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			P.za Garibaldi - Nel cuoredel
			Centro Storico di Ruvo
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			Autore: 
			
			
        	Nicola Di Modugno  |  
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					| Il carnevale e l'inizio del periodo quaresimale | 
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			|   Nonostante sia nato a Ruvo di 
			Puglia ed abbia vissuto qui tutta la mia adolescenza, trovo sempre 
			straordinariamente affascinante, suggestiva ed anche misteriosa 
			l’atmosfera che aleggia nella mia città natale nel periodo pasquale, 
			quando le celebrazioni religiose, associate a riti e tradizioni più 
			profane, raggiungono il loro apice. 
 I riti penitenziari che precedono la Pasqua, in realtà hanno inizio 
			il giorno della celebrazione delle “Ceneri”, quando i fedeli 
			intraprendono il loro cammino di penitenza che li condurrà 
			all’assoluzione dei peccati il Giovedì Santo, durante la 
			celebrazione solenne della Messa in Coena Domini (Cena del 
			Signore). Durante tale periodo, che secondo il rito romano ha inizio 
			il mercoledì successivo al martedì grasso, i fedeli si dedicano in 
			modo più intenso alla preghiera ed alla carità. Inoltre, i più 
			osservanti possono praticare anche forme di digiuno od osservare 
			altri riti penitenziari finalizzati all’espiazione delle loro colpe, 
			in un processo di riavvicinamento a Dio.
 
			Durante tutto il periodo Quaresimale, particolarmente 
			bello ed interessante è l'antico rito dell'Adorazione delle 
			Croce, acquisito dalla chiesa cattolica dalla tradizione bizantina 
			(già dall'VIII - IX sec.). Esso si svolge nelle chiese dove hanno 
			sede le quattro Confraternite cittadine, ovvero ogni mercoledì (a 
			partire dal giorno delle Ceneri) nella Chiesa del Carmine, il 
			martedì nella Chiesa del Purgatorio ed il venerdì, a turno, nelle 
			Chiese del Redentore (che ospita la Confraternita di S. Rocco) e di 
			San Domenico. 
 L’inizio del periodo quaresimale è sancito anche da riti scaturiti 
			dalla fantasia popolare, che in tempi remoti ha dato vita a due 
			personaggi, il Carnevale, un vecchio goffo e brioso, che a Ruvo 
			prende il nome di “Mbà Rocchetidde”, e sua moglie, che dalla 
			mezzanotte del martedì grasso diventerà vedova, che prende il nome 
			di “Quarantone”.
 
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					Infatti, in occasione del carnevale ha luogo una burlesca, 
					ma anche macabra, celebrazione della morte di “Mbà 
					Rocchitidde”. Il rituale prevede che il suo fantoccio, 
					alla mezzanotte del martedì grasso, venga arso su un rogo. 
					Tale atto sancisce, di fatto, la fine del periodo brioso. 
					Inoltre, alla mezzanotte dello stesso giorno, viene appesa 
					in alcune piazze la Quarantone, la vedova di Mbà 
					Rocchitidde, un fantoccio tutto vestito di nero, dove vi 
					resterà fino al giorno della Resurrezione, quando sarà fatta 
					a pezzi dagli scoppi dei fuochi pirotecnici al passaggio 
					della processione del Gesù Risorto. La Quarantone, 
					durante tutto il periodo della Quaresima, rappresenta un 
					monito per la popolazione, affinché essa osservi i riti 
					penitenziari e di purificazione precipui del momento. 
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					| La Quarantone |  |  
			| Lo scoppio della Quarantone, 
			il giorno di Pasqua, rappresenta un momento di festa e di gioia, un 
			rito profano connesso strettamente con quello religioso, ovvero la 
			resurrezione di Gesù Cristo. Esso sancisce, di fatto, la fine di un 
			periodo delle privazioni, la rivincita della vita sulla morte, la 
			rinascita. |  
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