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Tour della Sicilia Sud Orientale
 

 

7 mag. 2017

Oggi si rientra a casa, però abbiamo tempo per visitare qualcos’altro. Il nostro aereo decolla alle  16,25. In programma abbiamo la visita del Castello di Donnafugata, anch’esso utilizzato nella fiction di Moltalbano.

Veduta panoramica
nei pressi di Modica

Lungo la strada, ci soffermiamo a fotografare uno spettacolo della natura; un campo tutto fiorito, in un contesto mozzafiato. Bellissimo!


Castello di Donnafugata


Raggiungiamo il Castello poco prima delle 11,00.
Lungo il viale scorgiamo di fronte a noi il sontuoso edificio, in stile neogotico, con ai lati due torri.

 



Castello di Donnafugata

Il Castello, in realtà, contrariamente a quanto si possa pensare, altro non era che una sontuosa dimora di una nobile famiglia, gli Arezzo De Spuches, risalente al tardo ottocento, che sorgeva a margine dei loro ampi possedimenti terrieri.
Al piano nobile c’è la grande balconata che corre lungo tutta la facciata. Qui, nella fiction, il boss attendeva il commissario Moltalbano. Il biglietto di ingresso al Castello costa 8,00 €. Oltrepassato il portale di ingresso, subito alla nostra destra notiamo la Cappella padronale.

 

Giunti nel cortile, di fronte a noi, un portoncino dà accesso ad una scala che porta al piano superiore, mentre a destra, attraverso un altro portale, si accede ai giardini.

Il Castello consta di 120 stanze, su tre livelli, ma quelle accessibili ai visitatori, tutte al piano nobile, sono solo una ventina. Ognuna di esse è arredata con gusto e mobili diversi, originari di quell’epoca, appropriati all’uso cui erano destinate. Vi è dunque la stanza della musica, con pianoforti, pitture e trompe d’oeil.

Vi sono poi le camere destinate agli ospiti, tra cui la stanza del vescovo, con arredi color porpora, il cui uso era riservato ad un alto prelato, membro della famiglia, quando veniva in visita al Castello.

 

C’è anche la sala degli stemmi, dove sono esposti tutti gli stemmi araldici delle nobili famiglie siciliane e due grandi armature, la pinacoteca, gli studi, la biblioteca, etc. Nella sale più ampie sono presenti anche alcune piccole collezioni, come quella dei cappelli, sia da donna sia da uomini, di bastoni, accessorio distintivo di eleganza nell’800, di graziosi ombrellini da donna, di quelli utilizzati per ripararsi dal sole, ed una collezione di scarpe da donna, attraverso la quale viene illustrata l’evoluzione del tacco nel corso del tempo tra l’800 ed il ‘900.

Castello di Donnafugata

 

Concludiamo la visita del piano nobile passeggiando sulla grande terrazza e salendo su uno dei torrioni ubicati agli angoli dell’edifico stesso, da cui si gode una bella vista panoramica.

Tornati giù nel cortile, accediamo ai giardini, al parco del Castello.
Appena fuori notiamo dei grandi ficus, che fanno ombra su tutto il piazzale adiacente al Castello. Uno, in particolare, è un monumento vivente. Chissà quale sarà la sua età.



Castello di Donnafugata

Passeggiando nel parco osserviamo varie attrazioni, quali il tempietto circolare, sotto il quale vi sono anche delle grotte artificiali con finte stalattiti, la cappella in fondo al parco, la coffè house ed anche altri piccoli angoli più romantici, dov’era possibile sostarvi durante le lunghe passeggiate nelle calde giornate estive.
Un tempo, nel parco erano presenti anche degli scherzi, che avevano lo scopo di divertire o di spaventare gli ospiti. Vie era dunque una panchina sulla quale, sedendosi, si attivava un irrigatore, oppure delle tombe vuote, che volevano spaventare chi vi passava nelle vicinanze.

 

Vi era ancora un monaco di pezza, che si muoveva e vi si presentava di fronte nel momento in cui si apriva una porticina nei pressi della cappella ubicata in fondo al parco. Il Barone, padrone di casa, in effetti doveva essere un gran burlone. Anche al piano mobile, infatti, è presente uno scherzo, consistente in una farfalla dipinta su una tela. Essa è così realistica, con quel suo effetto tridimensionale, che inganna, sembra vera. D’istinto, si è portati ad additare tale meraviglia per farla notare a chi ci sta vicini.

In proposito, pare vi sia il progetto di riattivare gli scherzi originari presenti nel parco, allo scopo di divertire ancora i futuri ospiti.
Ma lo scherzo, o divertimento clou presente nel parco, è senz’altro il labirinto, costituito da muretti a secco, in pietra bianca ragusana, alti circa 2 metri. Un tempo, all’ingresso del labirinto vi era anche un soldato di pietra di guardia, mentre sui muretti vi erano delle rose rampicanti, che impedivano di guardarvi oltre oppure di scavalcarne le corsie.
Il labirinto è di forma trapezoidale e, di fatto, pare sia molto simile a quello presente a Hampton Court, vicino Londra, che evidentemente il Barone aveva visitato durante uno dei suoi viaggi.

Castello di Donnafugata
Il Labirinto

Noi ci siamo avventurati al suo interno, credendo fosse semplice ritrovarne l’uscita, ma ben presto ci siamo resi conto dell’effettiva difficoltà. Non ritrovando subito l’uscita, iniziamo ad essere assaliti dall’ansia, in quanto ci sembra di ripercorrere sempre le stesse corsie. Tuttavia, poi, facendo maggiore attenzione a quelle già percorse, alla fine ritroviamo l’uscita.
Giusto in tempo, perché il Castello è già chiuso. Sono quasi le 13,00.
Gli orari di visita, infatti, vanno dalle ore 09,00 alle 12,45 dal martedì al venerdì, con apertura pomeridiana, dalle ore 14,45, alle 17,15 il martedì, sabato e domenica. Chiuso il lunedì.

Per pranzo potremmo mangiare qualcosa qui nei pressi del Castello, dove sono presenti alcuni ristoranti, ma preferiamo evitare i locali ubicati in luoghi molto turistici. Quindi raggiungiamo la vicina Comiso, dove speriamo di mangiare qualcosa di fugace.

Comiso


Comiso è una cittadina di circa 30.000 abitanti in provincia di Ragusa, che avrebbe anche interessanti siti e monumenti da visitare, soprattutto religiosi, così come palazzi nobiliari costruiti nel post terremoto del 1693. Tuttavia, non abbiamo molto altro tempo. Inoltre, siamo convinti che il meglio della Sicilia Sud Orientale ormai si sia già visto e poi, abbiamo fame!
Quindi, cerchiamo semplicemente un luogo dove mangiare.
Tuttavia, la cittadina è quasi deserta. Tutti i locali son chiusi. Affranti, ci affidiamo alle indicazioni di un vigile urbano, che gentilmente ci suggerisce il Ristorante Villa Corin, sulla SS 115, appena fuori Comiso, in direzione di Vittoria, che certamente, ci assicura, sarà aperto.
Ci andiamo senza esitare!
Il Ristorante è grande. In una delle sale si festeggia qualcosa, forse una Prima Comunione; c’è molta gente, ben vestita. Nell’altra sala, invece, c’è solo una famiglia, probabilmente anch’essa di passaggio. Ci accomodiamo qui, lontani dal frastuono della festa.
Non vorremmo mangiare molto, ma il cameriere ci dice, in modo piuttosto spiccio, che possiamo semplicemente scegliere tra il menu terra ed il menu pesce. Non sono possibili variazioni o piatti su richiesta. Chiediamo solo di saltare il primo, quindi concordiamo per l’antipasto ed il secondo a base di pesce.

 

 

Comiso - Ristorante Villa Corin


Il servizio è piuttosto lento, tanto che iniziamo a preoccuparci di fare tardi. Il nostro volo è alle 16,25 ed alle 14,00 non abbiamo ancora iniziato a pranzare.
Poi tutto procede per il verso giusto, anche perché, intanto, ci ha telefonato la Hertz, con cui abbiamo concordato di essere presso i loro uffici, per la riconsegna dell’automobile, entro alle 15,30. Da lì ci accompagneranno in aeroporto con una navetta.
Mangiamo un gran piatto di antipasti di pesce freschissimo e buonissimo. Chiudiamo con una grigliata di pesce altrettanto ottima. Peccato non aver potuto, per mancanza di tempo, degustare l’intero menu, che senz’altro avrebbe dato altri piaceri ai nostri palati. Chissà che dolci, poi…
Vabbè, paghiamo il conto, molto contenuto per quel che si è mangiato (54,00 €. compresa acqua e vino), e poco dopo le 15,00 andiamo via.

Nei successivi 30 minuti facciamo il pieno alla macchina, restituiamo l’autovettura alla Hertz (ci dicono che abbiamo percorso, in totale, 758 km.), che come promesso ci riaccompagna in aeroporto, e facciamo il check-in, imbarcando i nostri bagagli.
L’aeroporto di Comiso è così piccolo, che sembra a conduzione familiare. Tutto si svolge rapidissimamente.
All’ora prestabilita, il nostro aereo Rayanair decolla.

 


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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