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22.06.2011

Al mattino, di buon ora, abbiamo acquistato i croissants alla crema e mandorle nella vicina boulangerie (ottimi) e bevuto un pessimo caffè al bar (per questo non c’era speranza). Quindi, ci siamo diretti in macchina al vicino lago d’Esparron, un bacino artificiale con diga, che poi si è rivelato di scarso interesse.

Partenza da Greoux per Aix en Provence / Marsiglia / La Ciotat

 

Lago d'Esparron

Aix en Provence  


Alle 12,00 circa siamo arrivati ad Aix, una signorile, ordinata e verdeggiante città, antica capitale della Provenza, definita da alcuni la Parigi provenzale. La città vecchia, con le sue case patrizie e gli antichi palazzi, è una vera gioia per gli occhi. Non abbiamo potuto visitare la Cattedrale di San Salvatore (Cathedrale Saint-Sauveur), in quanto chiusa e nessun cartello indicava l’ora di riapertura. Peccato! Di fronte, la vecchia Università. Non lontana, Place dell’Hotel de la Ville, con a fianco l’imponente Torre dell’Orologio, i cui personaggi meccanici si avvicendano a seconda delle stagioni. Il largo viale chiamato Corso Mirabeau, ombreggiato da grandi platani, è uno dei gioielli di Aix en Provence. Tre fontane decorano la passeggiata: quella dei Nove Cannoni (Fontaine de la Rotonde), la Fontana di Acqua Termale (Fontane d’Eau Chiude) e quella di Re Renato (Fontane du Roi Renè), raffigurato con un grappolo d’uva di moscato in mano, varietà da lui stesso introdotta in Francia. Lungo il corso non mancano eleganti caffè, ristoranti e negozi.
In una boulangerie abbiamo acquistato due baghette con formaggio fresco e pomodoro, che poi abbiamo divorato su una panchina in Corso Mirabeau.

Place de l'Hotel de la Ville

Corso Mirabeau

Aix en Provence è anche la città natale del grande pittore Cézanne, che qui visse a lungo. Infatti, oggi, otto dei suoi dipinti sono esposti al Museo Granet, che però non abbiamo visitato.
Alle 14,00 circa siamo ripartiti per Marsiglia.


MARSIGLIA

Marsiglia è il capoluogo della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e il primo porto di Francia, nonché la seconda città del Paese per numero di abitanti. Chiamata la “Napoli di Francia” per il carattere allegro ed espansivo dei suoi abitanti, le strette viuzze e le piazze animate, Marsiglia è una città in cui si incrociano etnie e culture diverse.
Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio ubicato nei pressi del Porto Vecchio, punto di partenza dei traghetti per le Isole del Frioul e le gite in battello alle Calanques, dove ogni mattina si anima un chiassoso e caratteristico mercato del pesce (l’avrei voluto vedere… amo queste cose! Ma era già pomeriggio….sic!). Da qui abbiamo deciso di prendere il trenino turistico che per 8 €. a testa ci ha condotti alla grande Basilica di Notre Dame de la Garde (imponente!), edificata in stile romanico-bizantino sul punto più alto della città, a 162 metro s.l.m., dalla quale si può ammirare una magnifica vista dell’intera città, della costa e delle isole, tra cui lo Chateau d’If, l’isola su cui si erge l’anonima fortezza, trasformata in prigione, resa celebre dal romanzo il Conte di Montecristo.

Ritornati al Porto Vecchio, abbiamo fatto una passeggiata sulla Cannebier, un grande viale che dal Porto conduce alla bellissima Cathédrale de la Major. Ritornando, abbiamo abbandonato la Cannebier e ci siamo inoltrati nelle viuzze sul lato Est, dove l’ordine lasciava posto al caos, piccole botteghe si affacciavano nelle strade, ora più sporche e un po’ decadenti, con banchi che vendevano ogni tipo di prodotto, soprattutto esotici e nordafricani. Un mercato di frutta e verdura animava una piazzetta.
Va detto che questa città è stata a lungo etichettata come la Napoli di Francia. Sporca e pericolosa. Forse un po’ è vero, ma a noi è apparsa abbastanza tranquilla. Nelle strade in cui siamo passati non è successo nulla e la gente passeggiava serenamente. La zona della marina, il Porto Vecchio, Notre Dame de la Gard e la Cannabier in cui siamo stati ci sono apparsi luoghi ben tenuti e sicuri. Un po’ meno le vie adiacenti la Cannabier, fuori dai percorsi turistici, ma limitatamente alla pulizia e all’ordine. Non abbiamo mai temuto per la nostra sicurezza, anche se qualche piccola precauzione l’abbiamo comunque presa. Unica nota davvero negativa della città, il traffico. Ripartiti alla volta de La Ciotat, ci abbiamo messo un bel po’ per uscire dalla città!

La Ciotat

Raggiunta La Ciotat, ci siamo subito sistemati in albergo, poi abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare. Questa località ci è parsa in evidente decadenza, seppure i suoi palazzi testimoniavano tempi migliori. Nel porticciolo, barche da turismo e da pesca. Un molo per le gite in battello alle Calanques. Decisi ad assaggiare la famosissima bouillabaisse, abbiamo cercato un ristorante in grado di offrirci questa tipica delizia culinaria provenzale, ma niente di fatto. Troppo cara (circa 100 €. per 2) e comunque avremmo dovuto ordinarla prima. Abbiamo optato per una cena diversa, comunque a base di pesce.

Pernottamento a La Ciotat: - Hotel Les Lavandes - 38 Boulevard De La République - La Ciotat – €. 130,00 (gg. 2 - 22 e 23 giu. 2011)

 


 


 

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