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Giovedì 25 aprile 2013
 

Alle 09,15 ci siamo recati presso la biglietteria del porto di Riva del Garda, dove abbiamo acquistato due biglietti giornalieri per la navigazione nell’Alto Lago, al costo di €. 20,50 ciascuno, che ci avrebbero consentito di scendere e risalire liberamente dal traghetto nelle località che intendevamo visitare: Limone sul Garda, Malcesine e Torbole.

Malcesine - Il Castello

Riguardo al biglietto del traghetto, c’è da evidenziare che il costo per ogni singola tratta è pari ad 6,50 €., mentre andata e ritorno per Malcesine, senza possibilità di scalo intermedio, costa 19,50 €.. Ciò significa che, ove si voglia fare scalo in due o più località, conviene acquistare il biglietto giornaliero, che appunto non pone alcun limite nell’utilizzo.
Alle 09,30 il traghetto ha lasciato il pontile, dirigendosi verso Limone sul Garda, costeggiando la riva occidentale del lago. Ma dopo un breve scalo a Limone, il traghetto ha attraversato il Garda, puntando dritto verso Malcesine, nostra prima tappa della giornata, dove siamo giunti in meno di 60 minuti di navigazione totale. Il centro abitato, così come un po’ tutti i borghi antichi affacciati sul lago sembrava magico, una cartolina! Le casine tutte colorate, il porticciolo, un castello eretto sulla viva roccia sulla sinistra e, dietro, tanto verde, la montagna, che faceva da sfondo.

Il colpo d’occhio era stupendo, lasciava senza fiato noi oggi, così come i nostri avi in passato. Infatti, si narra che nel 1786 la polizia della Serenissima sia stata allarmata per la presenza di un turista intento nel prendere appunti, fare schizzi, come fosse una spia. Fermato dai gendarmi, l’uomo rivelò di essere Goethe, il grande scrittore tedesco, che colpito dalla bellezza di questo luogo non poté resistere al desiderio di disegnare su dei fogli la magia di Malcesine.

Malcesine - Panorama

Alcuni di questi disegni e schizzi, oggi, sono esposti nel Castello, sede del Museo di Storia Naturale del Garda e del Monte Baldo.
Avendo deciso di rimandare al pomeriggio la visita del borgo e la passeggiata nelle viuzze già colme di turisti, ci siamo diretti alla funivia, ubicata appena fuori dal centro storico, per salire sulla vetta del Monte Baldo.
Il Monte Baldo, in realtà, non è un’unica vetta, ma una catena montuosa lunga circa 40 km., che in alcuni punti supera abbondantemente i 2000 metri (come ad esempio la vetta di Monte Altissimo – 2079 m., che comunque pare non sia la più alta), tanto da essere, per la sua altitudine, già considerata alpina.
La funivia (nel caso si arrivi in macchina, sotto la sua stazione è disponibile un grande parcheggio sotterraneo, utile anche per la sola visita al centro storico), da Malcesine parte ogni 30 minuti, ma se c’è molta gente, come nel nostro caso, parte immediatamente. Noi, infatti, siamo partiti non appena il countdown delle persone entrate in cabina ha visualizzato “0”. Per arrivare in vetta al Monte Baldo (€. 19,00 a persona a/r) abbiamo fatto un cambio di cabina nella stazione intermedia di San Michele, ubicata a poco meno di metà percorso. Sarebbe stato possibile anche fermarsi qui (€. 9,00 a persona a/r), dato che da questo punto di osservazione si gode comunque un panorama sublime, e magari tornare a Malcesine a piedi (circa un’ora percorrendo sentieri). Ma noi, chiaramente, abbiamo proseguito (e, a posteriori, lo consigliamo vivamente a tutti). Nel secondo tratto, infatti, il panorama è diventato molto più strepitoso. Peraltro, la cabina, mentre silenziosamente e velocemente ha iniziato a salire vertiginosamente di quota, ha iniziato anche a ruotare lentamente su se stessa, lasciando i presenti senza parole; pare che questa sia una particolarità unica per una funivia.

Durante la salita, in quei brevi minuti, non sapevamo dove posare lo sguardo. Malcesine si allontanava, divenendo sempre più piccola, mentre il Lago, visto dall’alto, lasciava meglio percepire le sue grandi dimensioni; si distinguevano più chiaramente anche i borghi sulla sua sponda opposta. E sotto di noi tanto verde. Prima spiccavano alcuni oleandri in fiore disseminati tra gli uliveti e gli agrumeti, poi, salendo ancora di quota, si scorgevano solo querce e castagni, finché la vegetazione non diventava sempre più rada, in prossimità della vetta.

Malcesine
La funivia per il Monte Baldo

Mentre su, sul crinale, il candore della neve sembrava attenderci.
Raggiunta la stazione terminale sul Monte Baldo, l’atmosfera si è rilevata unica e magica. Fuori, tutt’intorno, c’era neve, mentre, di fronte a noi, l’infinito, uno spettacolo mozza fiato.
Peraltro, avevamo avuto molta fortuna, la giornata era stupenda, ideale! Un bellissimo sole e poca foschia. Lo sguardo si perdeva percorrendo distanze illimitate. Ci siamo soffermati nel piazzale della funivia per alcuni istanti, per renderci conto di cosa fare, di dove andare. Attorno a noi una vicina seggiovia, un impianto sciistico ormai chiuso, persone sdraiate sui lettini su un solarium, alcune a dorso nudo. Nonostante ci fosse neve, era piuttosto caldo. Al sole, sarebbe stata sufficiente una camicia, una polo, ma noi avevamo addosso una maglia di cotone ed il giubbotto. Ma, tutto sommato, soprattutto all’ombra, ci stavano bene.
Presto ci siamo resi conto che tutti andavano nella stessa direzione, lungo un sentiero sul quale la neve ormai si era quasi completamente sciolta, ma che a tratti risultava poco praticabile, per via del fango che ne restava e per l’acqua che continuava a scorreva. Avremmo avuto bisogno di un equipaggiamento più adatto, da trekking, ma tutto non si può avere!
Comunque, evitando l’evitabile, ci siamo portati su un’altura, su cui vi era anche una cappella. La gente proseguiva sul crinale, dirigendosi verso quello che, in lontananza, poteva apparire un punto di osservazione, un belvedere. Abbiamo deciso di imitarla, di seguirla, anche perché il sentiero si rivelava più praticabile di quanto prima non apparisse.
Ma ci siamo dovuti fermare spesso, molto spesso. I panorami, gli orizzonti davanti a noi erano tanto strepitosi quanto infiniti. Sembrava di guardare un grande plastico dall’alto, costruito così perfettamente, per fedeltà dei colori, per i particolari, da sembrare perfetto, realistico.
Da una parte del crinale avevamo la neve, oltre la quale lo sguardo scivolava fino a valle, dritto nel grande bacino del Benaco (il Garda), scorgendone chiaramente i suoi confini da Sud a Nord, da Est ad Ovest. Dall’altra, la montagna, altre vette della stessa catena montuosa che, sull’altro versante, abbiamo letto, diventavano sempre più basse, fino ad affacciarsi sulla Val d’Adige, che a noi, chiaramente, restava nascosta.


Monte Baldo - Panorama

In lontananza, sotto di noi, si scorgeva anche un piccolo bacino, con tanto di diga, forse utilizzato da una centrale elettrica.
Continuando, siamo arrivati in fondo al sentiero, al termine del quale il crinale terminava, scendendo sensibilmente di quota. Ed anche qui, spettacolo indescrivibile. Questo era senz’altro il più bel punto di osservazione raggiunto sul Monte Baldo. Dominava l’intera valle lacustre ed offriva anche un ampio panorama della montagna circostante. Da qui sembrava che le altre vette del Monte Baldo si potessero toccare, mentre lo sguardo fuggiva fino a raggiungere le vicine Alpi, le cui pendici erano tutte imbiancate.
Un simile panorama sarebbe stato visibile anche da un aereo, ma in questo caso, in aggiunta, eravamo liberi di muoverci e, soprattutto, di respirare a pieni polmoni quell’aria pura, incontaminata e fresca.
Dopo aver scattato decine e decine di foto, abbiamo preso la strada del ritorno. Intanto, sul crinale, stavano giungendo numerosi ragazzi muniti di parapendio.

Ci siamo soffermati ad osservarli. Preparavano la loro attrezzatura, poi, correndo, si lasciavano andare e volavano via, come uccelli, come grandi aquile. I più abili e fortunati, incontrando correnti d’aria calda ascendenti, riuscivano facilmente a riprendere quota, sorvolando anche noi stessi, che meravigliati li seguivamo con lo sguardo. Poi scendevano lentamente sul versante del lago, fino a raggiungere destinazioni a noi sconosciute.
Provavo invidia per la loro libertà, per il loro ardire e per l’impagabile spettacolo a cui loro, solo loro, erano ammessi.

Monte Baldo

Ormai s’era fatto tardi. Avevamo piuttosto fame. Sulla via del ritorno siamo ripassati davanti ad un ristorante; fuori, tanti tavolini, lettini per prendere il sole e tanta gente. Ci siamo avvicinati, ma i prezzi sul menu ci sono sembrati un pochino elevati, per cose che a noi sono sembrate piuttosto commerciali. Poi, dalla gente che c’era, avremmo dovuto attendere un bel po’ il nostro turno.
Abbiamo così deciso di proseguire. Il self-service della stazione della funivia, invece, peraltro già notato all’arrivo, ci ha convinti subito. Qui abbiamo preso due contorni a testa, consistenti in verdure grigliate miste e funghi trifolati con fette di polenta grigliata. Tutto ottimo, pasto leggero ed economicamente conveniente (il conto non superava i 20,00 €.).
Abbiamo pranzato fuori, sul solarium, e dopo ci siamo messi un attimo sui lettini. Ma a me sembrava tempo perso. Il programma di oggi prevedeva ancora la visita di Malcesine, di Limone sul Garda e di Torbole. Quindi, constatato che una cabina della funivia si apprestava a partire, ci siamo affrettati e siamo tornati subito giù a Malcesine.

Raggiunto di nuovo il centro storico del paese, abbiamo fatto un giro per le viuzze affollate di turisti, colme di negozi di souvenir, di prodotti tipici locali, nonché di gallerie d’arte. Abbiamo fatto anche un giro attorno al Castello, senza entrarci. Straordinario! Sembra una propaggine della roccia su cui era stato edificato, quasi un monolite che aveva assunto tale forma grazie al lavoro dello scultore che lo aveva lavorato.
E sotto di esso, una scaletta portava ad una piccola e graziosa spiaggetta, molto romantica; bellissima, ma vorrei vedere d’estate! Certamente inaccessibile!

Malcesine - Il Castello

Un po’ accaldati, abbiamo deciso di prendere un gelato, quindi abbiamo continuato a passeggiare lentamente, scrutando ed osservando tutte le cose belle che ci circondavano.
Alle 15,35, ormai sufficientemente esausti, abbiamo preso il traghetto per Limone sul Garda. Durante la traversata, durata circa 30 minuti, grazie anche al fresco “vento dell’ora”, che sul Garda compare e scompare all’improvviso, abbiamo recuperato parte delle energie.

Limone sul Garda, per certri aspetti, è un po’ simile a tanti altri borghi che si affacciano sul lago. Innanzitutto, è anche lei una cittadina la cui economia è quasi totalmente alimentata dal turismo. Quindi, anche qui, come a Riva del Garda o Malcesine, nel centro storico sono numerosi gli Alberghi, i ristoranti, i caffè, i negozi di souvenir e/o di prodotti tipici. Il lungolago è un susseguirsi di locali e tavolini, dove i turisti trascorrono parte del loro tempo chiacchierando ed ammirando uno dei più bei spettacoli della natura.

Limone sul Garda

Tuttavia, questa volta, lo spazio che la montagna ha concesso all’uomo è davvero limitato, anzi, nullo! Infatti, la cittadina nasce su una stretta striscia di terra costituita da detriti alluvionale. Quindi, in questo caso, gli edifici, anch’essi variopinti, sono tutti incastonati alle pendici del monte che la sovrasta. Ne risulta che, ad esclusione del lungolago, le stradine ed i vicoli del centro storico formino un sali scendi in grado di mettere alla prova il turista, così come gli stessi residenti. Ma ciò che rende davvero diversa e particolare Limone sul Garda, ed il nome lo lascia già intendere, è dato dalla presenza delle sue antiche limonaie, dei suoi agrumeti, ben visibili anche a chi giunge in battello. Peraltro, pare che a queste colture, ovvero ad una proteina in esse contenuta, sia riconducibile il motivo della longevità di cui godono gli abitanti di Limone sul Garda.
Se da una parte potrà apparire strana la presenza di tante limonaie in una regione così prossima all’arco alpino, dall’altra bisogna considerare, come già anticipato, che qui il clima è mite tutto l’anno, condizione evidentemente ideale per tale tipologia di coltura.
Tuttavia, con l’approssimarsi dell’inverno, le limonaie vengono adeguatamente protette. Guardando le numerose limonaie, infatti, non sfugge il fatto che esse siano ubicate in terrapieni protetti e circondati da colonne in pietra/tufo e da assi di legno. Queste, in realtà, sono strutture (le colonne) su cui vengono montati grandi infissi in legno con vetrate, mentre grandi e spessi teli vengono distesi sul soffitto, sorretti dalle assi in legno.

E, durante la visita a Limone sul Garda, non abbiamo potuto esimerci dal visitare (ingresso €. 4,00 a persona) una di queste limonaie, forse la più rappresentativa, in quanto ubicata in un complesso (il Castello) di rilevante importanza storica, la “Limonaia del Castel”.

Peraltro, l’occasione è stata propizia per ascoltare una guida che ci ha edotti su tanti aspetti riguardanti l’argomento, sulle varietà e sui metodi di coltivazione e di cura di questi particolari frutti, nonché per apprendere la storia di quella limonaia, ridotta in stato di totale abbandono ed ormai destinata ad essere sostituita da una struttura ricettiva, che invece il Comune ha voluto acquisire, restaurandola e restituendo ai cittadini ed ai turisti un importante patrimonio culturale e storico, oggi visitato ed apprezzato da tanta gente.

Limone sul Garda
La limonaia del Castel

Nei locali del “Castel”, attualmente, è in fase di allestimento (ma già accessibile) un “Museo per le limonaie del Garda”.
Ritornati giù verso il porto, attraverso stretti vicoli e viuzze, abbiamo visitato anche la vicina Chiesetta di San Rocco, dalla cui piazzetta, peraltro, abbiamo ammirato un discreto panorama del lago e del borgo. Sotto di noi, sulla terrazza di un albergo, alcune persone si godevano il sole sui lettini ubicati a bordo piscina sul terrazzo di un albergo (beati loro!).
Alle 17,00 abbiamo preso il traghetto per Torbole, ultima località in programma per questa giornata (e pensare che Paola si auspicava una vacanza tranquilla, di relax…), dove siamo giunti circa mezz’ora dopo.
Passeggiando sul lungolago, abbiamo raggiunto il porticciolo, in prossimità del quale siamo stati attratti dalla bellezza di un graziosità di un edificio, l’antica Casa del Dazio, antica sede della Dogana Austriaca, risalente alla prima metà del settecento (visitabile solo esternamente).

Proseguendo la passeggiata, ci siamo resi conto che ciò che più caratterizzava questa località era la presenza di spiagge, molto più numerose ed ampie rispetto alla vicinissima Riva del Garda, ma anche rispetto alle altre località dell’Alto Lago. Inoltre, abbiamo scoperto che Torbole è anche la località top per gli amanti del surf, in quanto pare che qui il vento sia una costante.
Siamo giunti nei pressi di un bar (La Sega) sulla passeggiata, adiacente ad un’ampia spiaggia; qui abbiamo preso un buon caffè (€. 1,20 a testa, al banco).

Torbole - La Dogana Austriaca
 

Ci siamo ricordati che, nella mattinata, osservando il versante Nord del Lago di Garda dal Monte Baldo, in prossimità Torbole l’acqua assumeva un colore più chiaro nel punto in cui il Fiume Sarca sfociava nel Lago. Abbiamo quindi deciso di raggiungere quel sito!
Passeggiando su un lungolago molto curato, passando d’avanti a numerosi camping, villaggi turistici ed un grande club di surfisti, abbiamo finalmente raggiunto la nostra meta.


Torbole - Foce del Sarca

Qui abbiamo scattato alcune foto, poi lentamente siamo tornati sui nostri passi, chiacchierando su quanto avevamo visto durante la giornata.
Entrambi abbiamo concordato sul fatto che qui, nel bacino del Benaco, sia stata adottata una buona politica turistica, un’ottima strategia. In sintesi, ogni centro abitato, oltre a sfruttare le bellezza naturali offerte dal luogo e dal Lago, ha saputo sviluppare un valore aggiunto, diversificando la propria identità e quindi offerta turistica. In tal modo, al visitatore non resta che l’imbarazzo della scelta, potendo disporre di una gran varietà di offerte, dai parchi tematici alla montagna, dalla vacanza balneare alle escursioni, dagli sport acquatici alle più rilassanti passeggiate, sempre restando in un contesto naturalistico, culturale e storico di altissimo livello.
Infatti, Arco, visitata il giorno prima, è chiaramente la regina prediletta dagli amanti del trekking (qui abbiamo notato tantissimi negozi di articoli sportivi che offrivano roba tecnica per tale attività), delle escursioni, Malcesine, con la funivia, è un trampolino di lancio per Monte Baldo, capace di richiamare turismo anche nella stagione invernale, Limone sul Garda attrae per le sue antiche e straordinarie limonaie, su cui giustamente investe tantissimo, Torbole offre le sue ampie spiagge e si afferma anche come località top per gli amanti di surf lacustre, mentre Riva del Garda attrae il turista non solo per la bellezza del suo centro storico, ma anche per la straordinaria e vicina Grotta Cascata del Varone e per l’escursionismo. Da Riva del Garda, peraltro, e più precisamente dal porto, parte uno dei più bei sentieri panoramici che abbiamo visto. Esso, arrampicandosi lungo la parete del Monte Oro, sale lentamente, passando anche attraverso gallerie, offrendo certamente dei panorami strepitosi. Il sentiero credo si possa percorrere sia a piedi sia in mountain bike. Infatti, nella mattinata, durante la navigazione sul lago, abbiamo notato gente che saliva anche in bicicletta, oltre che a piedi. Questa, purtroppo, è una delle poche cose che non abbiamo avuto il tempo di fare. Ma ciò non significa che non si possa fare in futuro!

Alle 19,20 ci siamo nuovamente imbarcati, alla volta della vicina Riva del Garda, dove siamo giunti dopo soli 15 minuti. Peraltro, durante la navigazione siamo passati anche davanti alla foce del Fiume Sarca, prima raggiunta a piedi.

A Riva del Garda, un altro evento ha attratto la nostra attenzione nei pressi del porto. Nell’adiacente Piazza Catena ed in Piazza Garibaldi, era in corso un raduno di mezzi militari americani d’epoca. Numerose camionette, camion, una vecchia ambulanza, moto. C’era di tutto. Almeno una cinquantina di mezzi, con tanto di figuranti che indossavano divise delle truppe alleate dell’epoca. Chiaramente, abbiamo fatto un giro tra questi, scattando anche delle foto.

Riva del Garda - Piazza Catena
Raduno mezzi storici militari

A me è parsa un’idea geniale quella di rievocare in tal modo la “Liberazione” da parte delle truppe alleate. Peraltro, era, appunto, il 25 aprile. Bellissimo! Grandi!
Sfiniti, siamo tornati nel nostro alloggio. Quindi, doccia e cena al ristorante del villaggio.
Dopo cena, ci siamo soffermati a chiacchierare un pochino con altri ospiti del villaggio, poi siamo andati a letto, ormai esausti.


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


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