Rubilandia.it - Alla scoperta di nuove terre

Registrati   |   Login

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contatta gli autori via e-mail

     

Il bacino del Benaco: borghi graziosi e panorami strepitosi. Una regione ricca di storia, tradizioni e cultura, oggi in grado di offrire al turista ogni tipo di attrazione e svago. Infatti, per i meno pigri e sedentari, molte sono  le possibilità di praticare sport acquatici o di fare escursioni, sia a piedi sia in bici. Inoltre, davvero importante è la presenza di parchi tematici e di divertimento nel territorio, per la gioia dei più piccoli, ma anche degli adulti.

Partecipanti: Paola e Nicola (una coppia di quarantanovenni)
Periodo: dal 24 al 28 aprile 2013
Mezzi di trasporto: automobile
Città di partenza: Prato
Costo complessivo del viaggio: 800 €. circa, tutto compreso.

 


Lago di Garda

Mercoledì 24 aprile 2013

“E’ primaveraaa…, svegliatevi bambineee…”, recitava una vecchia canzone! Ed in effetti, è ora di rimettersi in movimento, ci siam detti, ovvero di organizzare la prima vera uscita dell’anno. Quindi, dopo aver valutato varie opzioni, abbiamo deciso per una breve vacanza relax(?) sul Lago di Garda, poco impegnativa(?) sia in termini di impiego risorse fisiche che economiche. E poi, di questi tempi, meglio spendere in Italia, contribuendo così alla crescita economica del Paese.

Alle 07,30 di mercoledì 24 aprile siamo partiti alla volta di Riva del Garda, dove abbiamo prenotato un minialloggio in un villaggio turistico alla periferia Nord del centro abitato, con trattamento di mezza pensione. Prima delle 11,00 eravamo già in loco.

Espletate le formalità di check-in, abbiamo preso possesso dell’alloggio e, disfatte velocemente le nostre piccole valige, siamo subito partiti, pronti per esplorare il territorio. Il tempo era splendido: un bellissimo sole, cielo terso e temperatura molto gradevole. In linea di massima, avevamo già elaborato un programma; nel primo giorno, esso prevedeva la visita della Grotta Cascata del Varone ed un giro nei dintorni, compresa una passeggiata esplorativa nella stessa Riva del Garda.
Quindi, abbiamo raggiunto il primo sito, distante non più di 5 km.; un paesaggio bellissimo! Davanti a noi si erigevano imponenti le prime avanguardie delle vette prealpine. Qua e là, sulle cime più alte, si scorgeva ancora il candore delle nevi, mentre, dappertutto, tantissimo verde. Ove il bosco non si era appropriato degli spazi, vi erano campi coltivati ed ordinati come giardini, soprattutto uliveti, ma anche alcuni vigneti ed alberi da frutto. Attorno alle case, piante floreali e prati così folti da sembrare artificiali. C’è da dire che, nonostante la zona sia a ridosso dell’arco prealpino, in tutta la regione del Lago di Garda la temperatura resta mite tutto l’anno e, a quote basse, raramente nevica. Infatti, in alcune località, non sono rare anche piantagioni di agrumi, come ad esempio a Limone sul Garda, dove è possibile ammirare caratteristiche ed antiche limonaie. Peraltro, l’acqua abbonda in tutta la regione, quindi, la vegetazione è sempre molto rigogliosa, anche in piena estate.
Raggiunto il parcheggio in prossimità della Grotta Cascata del Varone, ci siamo alleggeriti un pochino, per via del caldo, ma provvidenzialmente abbiamo messo in borsa i nostri K-way ed un ombrello (grazie alle recensioni lette su Internet).
Superato l’ingresso (5,50 €. a persona), siamo stati accolti da un sottofondo di musica classica diffusa lungo tutto il percorso. Ai lati, nei terrapieni, ogni terrazzamento era occupato da alberi d’alto fusto, piante floreali, grasse ed anche esotiche, sotto le quali vi era il relativo cartellino con tanto di denominazione e descrizione della specie.

Dopo una decina di metri, siamo giunti in una piazzetta, sulla cui sinistra vi era una piccola cascata, mentre sul lato opposto c’era una fontana ornamentale con una madonnina. Proseguendo, dopo aver indossato i K-way, ci siamo infilati in un antro, una grande fessura creatasi nella roccia. Il sentiero proseguiva con fare sinuoso appoggiato sulla parete sinistra, ora protetto da inferriata. Più sotto, a pochi metri sotto di noi, scorrevano le acqua che da lì in avanti avrebbero dato vita al torrente Varone.

Grotta Cascata del Varone

Intanto, mentre alcuni fari illuminavano l’ambiente, che ormai non era più raggiunto dalla luce naturale, il tasso di umidità si faceva sempre più elevato, le pareti gocciolavano ed il fragore delle acque che si infrangevano sulla roccia si faceva sempre più forte. Quando abbiamo guardato in alto, per individuare l’origine di tanto fragore, siamo rimasti a bocca aperta. Una gran quantità di acqua veniva giù vertiginosamente, tuffandosi in quella grande fessura, una grotta verticale che in alcuni punti poteva raggiungere una larghezza di non più di una decina di metri. L’acqua, precipitando da un’altezza di circa 90 metri sopra di noi, sfiorando le pareti della grotta, si infrangeva violentemente e spaventosamente sul fondo, una decina di metri sotto il nostro punto di osservazione, creando un fragore che qui diventava assordante. Inoltre, il terrazzino panoramico era raggiunto da una nebulizzazione così intensa da risultare insufficienti sia i K-way che l’ombrello, che comunque, c’è da dire, sono davvero necessari. Strepitoso, spettacolare!
Peraltro, scattare delle foto in quelle circostanze non è stato così semplice; ero molto preoccupato per l’incolumità della fotocamera. Nonostante il K-Way e l’ombrello, sentivamo l’umidità filtrare sotto i nostri indumenti.
Riguadagnato l’uscio della grotta, ci siamo soffermati un attimo al sole per riprenderci, quindi abbiamo imboccato il sentiero che, salendo, conduce ad un secondo punto di osservazione.

Qui ci attendeva un tunnel. Entrati, dopo aver percorso una decina di metri, ci siamo ritrovati dinanzi ad un bivio. Entrambi i corridoi terminavano poco più avanti, da dove, da due terrazzini protetti da inferriata, era possibile ammirare la grotta da un punto di osservazione intermedio. Qui eravamo a circa 40 metri dal fondo ed a circa 60 metri dalla sommità, punto in cui le acque del torrente Magrone sembrava venissero risucchiate nella grotta. Anche qui, un gran fragore, vento ed una forte nebulizzazione.

Grotta Cascata del Varone

Tornati fuori, abbiamo ammirato il bellissimo panorama, l'intera valle percorsa dal Torrente Varone, prima di confluire nel grande Lago di Garda, il verde, il cielo azzurro, respirando a pieni polmoni aria purissima.
E respirando, il nostro olfatto ha percepito un accattivante profumo di pesce alla griglia, proveniente da un vicino ristorante, che ci ha resi incapaci di opporci ai nostri istinti. Ci siamo lasciati guidare dal “naso”, ritrovandoci seduti a tavola! Poco dopo, un’ottima trota salmonata grigliata e spinaci saltati in padella placavano il nostro appetito.
Dopo pranzo, siamo tornati a Riva del Garda, dove abbiamo fatto una bella e lunga passeggiata. Nella mattinata c’era stato il mercato cittadino, quindi c’erano ancora gli ultimi commercianti che si apprestavano a rimuovere i loro banchi, mentre gli operatori ecologici ripulivano tutta l’area. Siamo giunti nella zona del porto, percorrendo l’elegante Via Fiume, superando l’antica Porta San Marco, quindi entrando in Piazza Cavour, su cui si affaccia la barocca Chiesa di Santa Maria dell’Assunta. Infine, abbiamo raggiunto la Rocca (XII sec.) in Piazza Garibaldi, un grande edificio fortificato circondato dalle acque del Lago, che oggi ospita il Museo Civico cittadino. Proseguendo, abbiamo raggiunto il porto, dove abbiamo preso visione degli orari dei traghetti. Passeggiando per le adiacenti Piazza Catena e Piazza III Novembre, abbiamo ammirato importanti edifici, quali il Palazzo Pretorio, con i suoi portici, il Palazzo Municipale e la Torre Apponale, tutti risalenti al XIII – XIV sec., nonché altri signorili ed eleganti edifici ed una statua di San Giovanni Nepomuceno, protettore delle acque del Lago.

Tutte le viuzze del centro storico erano colme di negozi, mentre, soprattutto nelle piazze e sul lungolago, notavamo la presenza di numerosi hotels, caffè e ristorantini, che già in questo periodo, di giorno, risultavano frequentatissimi (non oso pensare la ressa nella stagione estiva!).
La cittadina è davvero graziosa ed ordinata. Le aiuole ed i prati sono curatissimi e gli edifici tutti ben tenuti. Passeggiare per le vie del centro storico è davvero piacevole e rilassante, mentre l’intero panorama che si osserva guardandosi tutto attorno è strabiliante.

Riva del Garda - Piazza Catena

Da una parte il lago, in tutta la sua lunghezza (oltre 50 km.), mentre ai lati, partendo da sinistra, la montagna, con le vette del Monte Baldo (oltre 2000 m.), quindi subito a destra il Monte Oro, molto irto, che sembra incombere sul centro abitato. E su quest’ultimo non poteva non soffermarsi il nostro sguardo, attratto dalla presenza di due particolari edifici: il primo ubicato a mezza costa, il Bastione, simbolo della città, costruito nel XVI sec. a difesa del centro urbano, distrutto dalle truppe francesi nel 1703, che ne minarono la struttura centrale rendendolo inutilizzabile. Esso, ci hanno riferito, sarebbe raggiungibile a piedi in circa 20 minuti, ma noi non abbiamo osato. Il secondo edificio, un eremo, è ubicato molto più su, tanto da apparire sospeso sulla parete molto irta del Monte Oro. L’edifico può essere raggiunto solo a piedi, ma credo siano necessarie qualità atletiche non indifferenti per osare una simile impresa. Come abbiano fatto a costruire un eremo lassù, per me resta un mistero! Di sera, dato che entrambi gli edifici erano illuminati e ben visibili, quando il mio sguardo scrutava la presenza dell’eremo, consistente in una lucina avvolta dal buio circostante, istintivamente pensavo ad un aereo ovvero a qualcosa di luminoso nel cielo. Non riuscivo ad abituarmi all’idea che lassù potesse esserci un edificio, addirittura un eremo.

Alle 17,00 circa abbiamo deciso di spostarci, quindi di visitare un’altra cittadina a pochissimi km. da Riva del Garda: Arco.
Giunti in questa cittadina abbiamo subito notato la presenza di molto verde, di grandi viali alberati.

Per prima cosa, abbiamo visitato la bellissima Chiesa Evangelica Tedesca della Trinità, in stile tardo gotico, costruita alla fine del XIX sec. dalla comunità tedesca che all’epoca viveva in questo luogo. Qui, tutt’oggi, le funzioni si svolgono solo in lingua tedesca. Dopodiché, abbiamo ammirato l’imponente edificio del Casinò Municipale, oggi sede di eventi e congressi, nelle cui sale, nella seconda metà dell’ottocento, la nobiltà mitteleuropea, che era solita frequentare questa cittadina, soprattutto nel periodo invernale per il suo clima gradevole, soleva ritrovarsi, partecipare a feste ed a lieti eventi.

Chiesa Evangelica Tedesca
della Trinità

Quest’edifico, nel 1886, ha ospitato anche l’imperatrice Sissi.
Attraversando i bellissimi e lussureggianti giardini pubblici, abbiamo raggiunto il cuore del centro storico. Una volta giunti in Piazza III Novembre, attorno a noi abbiamo ammirato la Collegiata dell’Assunta, una chiesa ricostruita nel 1603, quindi la grande e barocca Fontana di Mosè, poi il Palazzo Marcabruni-Giuliani ed il Palazzo Municipale. Infine, di fianco alla Collegiata, il Palazzo Marchetti (o di San Pietro), risalente al XV sec., che risulta essere uno degli edifici storici più interessanti di Arco sia per lo stile architettonico sia per le decorazioni interne ed esterne (molto interessanti e particolari sono i suoi fumaioli in terracotta visibili sul tetto).

Ma l’edificio più particolare è senz’altro il Castello, arroccato su una rupe che incombe sul sottostante centro abitato e sul fiume Sarca, silente quanto imponente guardiano di Arco. Edificato nel XII sec., fu successivamente ampliato fino a diventarne un villaggio fortificato, che grazie alla sua posizione, risultava essere difficilmente raggiungibile e poco vulnerabile. Purtroppo, nel 1703 il complesso fu gravemente danneggiato dalle cannonate del Vendome, che ne provocarono il graduale abbandono.
Esso è raggiungibile solo a piedi, ama anche questa volta noi abbiamo rinunciato all’impresa, optando invece per una più tranquilla e meno impegnativa passeggiata per via Segantini, in fondo alla quale scorre il fiume Sarca. Da qui, avendo campo libero, abbiamo potuto fotografare più liberamente il Castello.
Intanto, ormai si erano fatte le ore 19,00, quindi abbiamo deciso di rientrare a Riva del Garda per una doccia e la cena.

Arco - Il Castello

Alle 21,30 abbiamo deciso di fare una breve passeggiata nella Riva by night, ma in centro c’era pochissima gente e gran parte dei locali erano già chiusi. Quindi, siamo tornati al villaggio e siamo andati a letto.


 

 

 

 
 
   

 

 

 

 

 

 

 

 


Copyright © 2013 - 2014 by Rubilandia.it - All Rights Reserved
Created and updated by Nicola Di Modugno @ dien@libero.it
Prato - Italy